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Oli base sintetici: tipologie e applicazioni

Gli oli base sintetici sono componenti fondamentali per la formulazione di lubrificanti ad altissime prestazioni. Vengono prodotti attraverso processi chimici avanzati e si distinguono dagli oli base minerali (che abbiamo trattato qui) grazie alle loro qualità superiori, che li rendono l'ideale per applicazioni industriali, automobilistiche e aerospaziali. Nel seguente articolo vogliamo approfondire tutto questo.


Prima di iniziare, ricordiamo sempre che, un olio lubrificante è composto da tre variabili , che, in proporzioni differenti, vanno a comporre il prodotto finito.

La prima variabile formulativa, nonché quella più importante, è l'olio base, che da solo incide per circa il 70% del prodotto finito.


Composizione di un olio lubrificante

Esistono diverse tipologie di oli base sintetici:

  • Polialfaolefine (PAO): vengono prodotti dalla polimerizzazione delle olefine. Rispetto agli oli minerali presentano migliori proprietà di resistenza termica.

  • Esteri sintetici: oli dalle eccellenti proprietà di stabilità termica e chimica. Spesso vengono usati per migliorare alcune proprietà di altri oli base.

  • Polialchilenglicoli (PAG): sono adatti ad applicazioni in cui è necessaria la lubrificazione a basso attrito.

  • Siliconici: resistenti a condizioni di temperatura e pressione estreme, vengono impiegati nei compressori o altre applicazioni ad alta temperatura.


Tra i pro che questi oli base forniscono rispetto agli oli base minerali, troviamo:

  • Elevata stabilità termica: resistono meglio a temperature estreme, sia alte che basse.

  • Elevata stabilità ossidativa: resistono più a lungo ai fenomeni ossidativi.

  • Migliore efficienza: sono molto più stabili. Offrono un'eccellente protezione contro l'usura, riducendo l'attrito e migliorando l'efficienza della lubrificazione. Inoltre, grazie alla loro stabilità chimica, si prestano molto bene ad essere miscelati con una grande varietà di additivi, rendendoli applicabili potenzialmente a moltissime applicazioni.

  • Longevità: necessitano di cambi meno frequenti, riducendo i costi di manutenzione a lungo termine.

  • Pulizia superiore: tendono a formare meno depositi e contaminanti.


A tali vantaggi dobbiamo tuttavia contrapporre gli aspetti del costo, che è superiore rispetto ad un olio base minerale, e della compatibilità con alcuni materiali, ad esempio le guarnizioni. Inoltre, alcuni oli base tendono ad essere igroscopici, ovvero, tendono ad assorbire umidità e, di conseguenza, peggiorare le proprie caratteristiche.


Trattandosi di oli base di altissima qualità, le applicazioni per le quali saranno richiesti sono altrettanto importanti o gravose.

  • Alta tecnologia: Motori ad alte prestazioni, trasmissioni, applicazioni aerospaziali nelle quali è richiesta la lubrificazione di componenti soggetti a stress e variazioni di temperatura estremi.

  • Industria pesante: Attrezzature che richiedono alta resistenza e durata, come ad esempio, presse per stampaggio ceramico le quali richiedono caratteristiche di incomprimibilità e filtrabilità estreme. Applicazioni in compressori industriali nei quali è richiesta alta stabilità termica.

  • Agricoltura: per allungare al massimo l'intervallo manutentivo nei periodi di maggiore stress per garantire una produttività sempre al massimo.


In conclusione, l'utilizzo degli oli base sintetici va valutato caso per caso in funzione del costo e dell'applicazione, tuttavia, la loro versatilità li rende estremamente richiesti sul mercato e li mette al centro dell'attenzione della R&D per le nuove tecnologie.


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